Nasce il manifesto BioSlow, un documento che intende radunare le energie migliori dei territori e ricostruire speranza nel futuro, ripartendo dal cibo, dal ruolo degli agricoltori e degli allevatori nella società e nell’economia, dalla mobilità lenta e dal diritto a camminare nel paesaggio – senza muri e senza barriere – per favorire uno sviluppo umano integrale.
Un patto che guarda con fiducia al futuro e cerca di ritrovare le ragioni del nostro essere italiani, oggi e domani.

Sabato 23 novembre, nel corso del convegno “La Bisaccia del viandante” che si è svolto nell’ambito della III edizione del Meeting “All Routes Lead To Rome“, è stata sottoscritta la convenzione che promuove la rete BioSlow, promossa da ItaliaBio, Cammini d’Europa e SIMTUR, raccogliendo le manifestazioni di interesse di numerose altre associazioni, aziende, autorità pubbliche ed enti locali.
RIPARTIRE DAL CIBO E DALLA TERRA
PER RICOSTRUIRE FIDUCIA NEL FUTURO
E NUOVE FORME DI SVILUPPO UMANO INTEGRALE
Il manifesto
Dichiariamo finita l’era della rendita di posizione e della crescita illimitata dei consumi
La limitatezza, l’accessibilità e la distribuzione delle risorse sono da tempo diventate questioni vitali per garantire un futuro più equo e sostenibile al Pianeta. L’agenda produttiva non può richiedere ulteriore consumo e anche gli stili di vita individuali sono chiamati ad essere più equilibrati e consapevoli.
L’ingresso dell’umanità nel tempo delle pandemie richiede di andare oltre: è necessario un supplemento di coraggio per attuare il più grande ridisegno dei modelli economici di tutti i tempi, da definire con il contributo dell’intera società, dalla comunità locale a quella globale.
Il benessere dei popoli (ri)parte dalla terra
La nuova economia è già esperienza: riportare l’agricoltura al centro della società significa amare il territorio, proteggere i beni comuni, stimolando la transizione verso un’economia di condivisione delle risorse (sharing economy).
Ridurre il consumo di suolo significa non soltanto tutelare il paesaggio come elemento di appartenenza e come patrimonio identitario ma – su scala globale – impedire che modelli economici basati sulla sperequazione alimentino le distanze tra Nord e Sud del mondo.
Restituire dignità al ruolo dei contadini e dei pastori – depositari di saperi che attraversano il tempo lentamente, stagione dopo stagione – significa riconoscerne la funzione fondamentale nel governo e nella conservazione della terra.
Il loro ruolo insostituibile nella catena di creazione di valore può tornare ad offrire opportunità qualificate ai più giovani, invitandoli ad essere paladini della natura e custodi del futuro.
L’amore per la terra dà buoni frutti

La passione per la terra sostiene produzioni di qualità,
capaci di considerare l’intero ecosistema agricolo, favorendo la naturale fertilità del suolo con interventi in grado di promuovere la biodiversità dell’ambiente in cui operano, escludendo l’utilizzo di prodotti di sintesi e di organismi geneticamente modificati (OGM).
L’agricoltura biologica è un insieme di principi, di valori e di tecniche che costituiscono una visione originale del modo in cui l’uomo si deve occupare della terra, dell’acqua, delle piante e degli animali per produrre, trasformare e distribuire il cibo senza sprechi, attraverso filiere corte e con il massimo rispetto per i diritti delle generazioni future.
Siamo tutti co-produttori
La sovranità alimentare pone le aspirazioni e i bisogni di coloro che producono, distribuiscono e consumano cibo all’attenzione dei governi e della politica, assicurando che i diritti d’uso e gestione di terre, territori, acque, semi e allevamenti siano nelle mani delle comunità che vi abitano.
Ed è in grado di scardinare la dicotomia tra produttori e consumatori: siamo tutti co-produttori e – come tali – ci muoviamo verso nuove relazioni sociali libere da oppressioni e diseguaglianze fra uomini e donne, popoli, gruppi etnici, classi economiche e generazioni.
Riconoscere la centralità della persona significa – di fatto – anche riconoscere il diritto di ciascuno a migrare (l’uomo è sociologicamente e ontologicamente un viandante), ma anche il diritto a rimanere.
Il cibo è vita
Riconoscere il valore corretto del cibo significa garantire il diritto a una produzione alimentare sana e generosa, distribuita in modalità accessibili.
E significa anche incoraggiare e sostenere un adeguato livello di qualità nei diversi ambiti della comunità, dalla cultura al sociale, dall’urbanistica alla mobilità, dall’ambiente all’energia, dall’artigianato al turismo, dalla formazione dei giovani alla ricerca, ovvero delle ragioni stesse di una società.
Il cibo è salute, benessere, piacere, convivialità e cultura: il cibo è vita.
Una scelta a favore della sostenibilità
Nel ritrovarsi a fare i conti con SARS e Coronavirus, l’umanità si è trovata a nuovi interrogativi, nuove paure e nuove inquietudini. Ai governi è richiesta un’agenda di azioni in cui la salute, la sicurezza, il futuro, la tutela dei beni comuni e la felicità delle persone siano al centro del pensare, dell’agire e degli orientamenti nelle scelte produttive e di consumo, da sottrarre alla miopia della frenesia produttiva: dal settore dell’energia da fonti rinnovabili alla bioarchitettura, dal tessile naturale all’artigianato di qualità, dalla mobilità sostenibile ai presidi di legalità, sicurezza e sanità, tutti i settori dell’economia devono contribuire a porre le basi di un cambiamento di paradigma che valorizzi la vita.
Un patto a favore della bellezza e della felicità

BioSlow è un patto tra coloro che ritengono prioritario e improrogabile un impegno a favore di una strategia di tutela e valorizzazione dell’immenso patrimonio materiale e immateriale che vede nelle comunità locali il luogo e il contesto umano e culturale sinonimo del buon vivere, del gusto, delle tradizioni, del saper fare creativo, della dimensione sociale armoniosa e dal paesaggio in equilibrio tra tessuto urbano e ambienti rurali.
In altre parole, è un patto a favore della bellezza e della felicità, che sostiene un nuovo risorgimento di valori, di idee e di progettualità non soltanto compatibili, a “impatto zero” o vagamente sostenibili, ma capaci di produrre valore nel contesto di un’etica solidale e intergenerazionale.
Nutriamoci di genius loci per rilanciare il Made in Italy
Ci appelliamo ad ogni italiano affinché condivida la necessità di sostenere lo “spirito dei luoghi”: quel sapere locale che si nutre di autenticità, di senso civico, di cultura e di identità che affondano le proprie radici con orgoglio nelle matrici popolari, contadine e religiose.
Sosteniamo, tutti assieme, il protagonismo dell’inclinazione a produrre sviluppo facendo leva su fattori inusuali quali la tradizione, l’artigianalità, la cultura, il rispetto per la persona, il talento, l’ingegno e il lavoro, verso un modello economico di competitività fondato sulla qualità, che riparta dalla creatività, agisca sui processi, ascolti le vocazioni naturali, punti sulla qualità anche nei dettagli e arricchisca il prodotto di un valore aggiunto unico e irripetibile, adeguato a rappresentare il Made in Italy nel mondo.
Mobilità dolce: le eccellenze in rete
La mobilità dolce, attiva e sostenibile consente di realizzare reti tra territori, paesi, città, parchi e aree protette. Ma anche reti di soggetti che intendano sviluppare modelli condivisi di futuro attorno a biodistretti che lavorino sulla qualità della terra, del paesaggio, dell’agricoltura e della vita.
Attraverso corridoi ecologici, ma anche attraverso una nuova dimensione del tempo orientata alla lentezza, la mobilità opera nel verso di migliorare la vita nelle realtà urbane, adeguando gli stili di vita e creando connessioni tra persone.
Nelle aree interne e nelle località che a torto ancora sono ancora considerate “minori“, il fitto crocevia di percorsi di viaggio immersivi – itinerari, rotte, cammini e ciclovie, come ad esempio i Tratturi della Transumanza – consente di sviluppare forme di turismo culturale sostenibile
per viaggiatori, esploratori ed ogni persona che ami essere ospitato da comunità accoglienti.
La fiducia nel futuro inizia qui
BioSlow è un patto che guarda al futuro con fiducia, ingrediente fondamentale per respingere le paure senza bisogno di filtri, muri o barriere.
Sospinto dal comune desiderio di uno sviluppo umano integrale, è un patto che vede l’Italia cerniera tra l’Europa e il Mediterraneo in cui è profondamente immersa.
Ogni sottoscrittore si impegna per realizzare l’ambizione di un futuro di pace e di dialogo tra tutte le culture e i popoli: uniti nelle differenze, perché ogni piccola azione locale può contribuire a cambiare il mondo.
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