Il patrimonio culturale, allo stesso modo di quello naturale, è contraddistinto da risorse limitate, il cui uso deve essere razionale e pertanto assume lo status di “bene comune”, generalmente offerto in un contesto non di mercato. Ciò significa che non esiste un indicatore diretto di valore, simile al prezzo, che consenta di stabilire cosa si è disposti a sacrificare per acquisire un’unità di risorsa. Come provare a ragionare di “valorizzazione” senza cadere nelle trappole che già conosciamo?

Del capitale inagito
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