C’è chi opera con la matita in mano, chi sceglie i materiali, chi innova attraverso le tecnologie, chi fa ricerca, chi fa impresa e avverte il dovere di tradurre i pensieri in opere, portandole ai mercati.
Per questo nascono in tante località i laboratori dell’economia della bellezza: opifici virtuosi che sanno ascoltare i territori e le comunità locali, sanno apprendere dalla propria storia e sanno riconoscere il valore dei patrimoni – anche quando “immateriali” – per guardare la realtà con occhi nuovi, stimolare nuove narrazioni, creare valore contemporaneo e assicurarne la trasmissione agli italiani di domani.
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