Dopo la pandemia, il turismo riparta dalle aree interne (e dalla bellezza)

Alessandro Cugini offre una riflessione sul turismo post Covid-19, ma anche una visione di turismo lento e - non da ultimo - formula proposte per lo sviluppo del sito "economia della bellezza".

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Una riflessione di Alessandro Cugini sui nuovi modelli di sviluppo turistico, che dopo l’emergenza sanitaria e di isolamento sociale determinata dal Covid-19, deve imparare ad integrare il “leisure” con vacanze di senso ed esperienziali.

Una provocazione per il breve termine

Alessandro Cugini

Questa estate vorremmo andare al mare (vi sono migliaia di spiagge libere nel medio-basso Adriatico, nello Jonio e nel basso Tirreno) e in montagna (il Sentiero Italia del Club Alpino Italiano e tanti Borghi, Parchi e Cammini sono un’opportunità aperta da nord a sud e nelle isole). Per realizzare ciò, muoviamoci in camper, in roulotte e – per chi può – a piedi e in bicicletta.

In attesa che si chiarisca se e come siano utilizzabili le ricettività (alberghi, B&B, alberghi diffusi, case-vacanza, rifugi, foresterie, affittacamere, ecc.), per realizzare anche quest’anno una vacanza in montagna, in pianura ed al mare possono essere utili due semplici azioni:

  • l’abolizione dei divieti di libero campeggio esistenti in molti piccoli Comuni;
  • la predisposizione di piazzole di parcheggio con attrezzatura minima (luce e bagni) per camper, caravan e tende.

I Comuni che lo faranno, potranno contribuire a far rivivere l’attività turistica della loro comunità attraverso la ristorazione e gli altri servizi (commercio enogastronomico, guida, informazione, ecc.) offerti a chi riuscirà, anche quest’anno, a effettuare una vacanza.

Proposta: Questo sito potrebbe proporre lo slogan “quest’anno l’economia della bellezza si raggiunge in piedi o in bici“.

Una riflessione per il lungo termine

Da tempo e nel mondo, i danni del turismo compulsivo evidenziavano la necessità di trasformare i servizi turistici di massa in servizi a “residenti temporanei“. Oggi e in Italia, dobbiamo utilizzare questo periodo di stasi per focalizzare gli investimenti del turismo esperienziale – individuale e di gruppi – per aumentare l’attrattività.

Oggi l’offerta dei “luoghi della bellezza” è concentrata nelle città d’arte: nel lungo termine, essa va ridotta a favore di altre aree nelle quali esistono altre situazioni in cui l’offerta è talmente carente da non essere una credibile alternativa ai primi: la bellezza deve trasformarsi da fattore “esistente” – ma praticamente invisibile – in fattore “fruibile”: da residuale diventare “del pari attrattiva”.
Per chiarire il mio pensiero provo a proporre alcune riflessioni e proposte concrete.

Perché: la concentrazione dell’interesse di turisti lenti su alcune aree e modalità turistiche ci aiuta: essa focalizza l’attenzione degli investitori pubblici e privati e – per le note conseguenze positive del fenomeno economico del moltiplicatore turistico keynesiano – aumenta le risorse finanziarie a disposizione: solo così, in un periodo difficile per gli investimenti pubblici, possiamo ritenere che alcune Aree Interne (che comprendano Borghi, Parchi e itinerari escursionistici) e Cammini potranno ottenere risorse finanziarie adeguate per un loro sviluppo turistico (la SNAI , calcolando il proprio moltiplicatore in 9,7, ha affermato che 196 milioni di euro iniziali provocherebbero ben 1.918 milioni di euro complessivi tra fondi pubblici nazionali, europei e privati).
Proposta: divulgare in questo sito di riferimento della “economia della bellezza” chi (ad esempio Beweb della Conferenza Episcopale Italiana) contenga immagini e video di luoghi ed eventi che siano potenziali attrattori turistici.

Dove: nelle aree interne dove il turismo sarebbe alleato alla lotta allo spopolamento, al digital divide, all’abbandono di viabilità e coltivazioni e boschi, sarebbe sostenibile contribuendo alla difesa idrogeologica, salvaguardando vite umane e risorse economiche nazionali.
Delle 72 aree ad oggi individuate dal Sistema Nazionale delle Aree Interne della Presidenza del Consiglio, almeno una dozzina hanno espresso vocazione turistica: (Alto lago di Como, Valli di Lario, Alto pavese in Lombardia, Dolomiti friulane, Altipiano dei 7 Comuni in Veneto, Appennini emiliano e piceno, Monti Dauni pugliesi, Vallo di Diano e Alta Irpinia campane, le Terre Sicane e le Madonie in Sicilia.
Proposta: il sito “economia della bellezza” ne aumenti l’attrattività, chiedendo loro di realizzare una vetrina composta da almeno un Borgo, un Parco e un itinerario escursionistico giornaliero.

Come: agire attraverso la selezione dei tanti (troppi!) Cammini oggi esistenti.
I 108.000 partecipanti ad una recente indagine di un noto blog ne hanno segnalati ben 88: temo che forse ne “esistano” ancor di più, o almeno ne circolino notizie su articoli, guide, siti, al di là dell’effettiva esistenza del necessario corredo di servizi.
E’ necessario combattere i “fake“, attuando una verifica che indirizzi e garantisca il turista lento verso quelli “veramente esistenti”, a partire da quelli con percorsi di valenza interregionale.
Proposta: in attesa di una iniziativa MIBACT (l’Atlante dei Cammini d’Italia del 2017 non è già più fruibile!), questo sito ne diventi “referee“: il sito “economia della bellezza” dia notizia dei (pochi) Cammini dei quali si sia accertato, mediante un “metodo di certificazione“, dell’esistenza delle configurazioni fisiche e dei servizi minimi (ad esempio quelli individuati da Cammini d’Europa nel corso delle precedenti programmazioni comunitarie).

Presentazione Atlante dei Cammini

Quando: subito! Mettere ora a punto i servizi di Borghi – Parchi – Cammini significa che, dopo la riduzione dei divieti di mobilità, si potrà proporli tutto l’anno venendo incontro alle maggiori flessibilità feriali che saranno richieste dai datori di lavoro alle prese con la riformulazione delle turnistiche produttive dei beni e prodotti.
Il turismo “lento” amplia la destagionalizzazione del turismo: salvo poche eccezioni invernali per balneazione e soggiorni in altitudine montana, i Borghi, i Parchi naturali o letterari o culturali ecclesiali, gli itinerari escursionistici e i Cammini sono il prototipo dell’allungamento delle cortissime stagioni del turismo tradizionale e di massa.
Proposta: il sito “economia della bellezza” segnali eventi di turismo religioso (pellegrinaggi, feste patronali, manifestazioni culturali, ecc.) che ricorrano in periodi di bassa stagione turistica (penso al “Cammino di san Benedetto” nel Lazio nella data della sua morte il 21 marzo, il “Cammino di san Francesco Caracciolo” in Abruzzo e Molise nella data della sua nascita 13 ottobre, solo a titolo di esempio).

La vacanza di alcuni è lavoro per altri

Turismo lento - federica.eu

Chi: il turismo delle aree interne creerà nuove opportunità di formazione e di lavoro. Bisogna far comprendere che la valorizzazione e promozione di piccoli Comuni italiani passa dalla capacità di organizzare servizi utili sul territorio attraverso professioni innovative e nuove piccole imprese, in special modo cooperative.
Non servono, insomma, solo investimenti in risorse finanziarie ma anche indicazioni mirate alle nuove opportunità di formazione e di lavoro.
Proposta: nuovi percorsi di formazione già disponibili (come il MOOC Turismo Lento di Federica.eu, quelli del S.I.N.T., quelli di SIMTUR o dell’Accademia Creativa Turismo, ecc.) possono contribuire alla formazione di questa nuova cultura se divulgati dal sito “economia della bellezza“.


Come preconizzava il film americano “Viaggio in Italia” del 1954 (una coppia d’inglesi in grave crisi coniugale arriva a Napoli ed, estranei l’uno all’altra, compiono da stranieri due diversi percorsi nella realtà, perdendosi e alla fine, durante una processione, ritrovandosi stretti in un abbraccio), la riflessione sul nuovo modello dello sviluppo turistico deve integrare il “leisure” nella vacanza di senso ed esperienziale.

Per aprire nuove strade e per tentare nuove vie, bisogna peccare, ovvero essere trasgressivi, audaci fino a rompere gli schemi
Mauro Marcantoni (Controluce, 2016).

Tutto ciò il sito “economia della bellezza” può realizzare, contribuendo a non rompere le reti di comunicazione e di viaggio e proporre un modello alternativo del turismo di domani.

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