Cucinelli: «Non temete il futuro, siate per bene e passeggiate nei boschi»

La visione di Brunello Cucinelli: restare umani senza rinnegare la tecnologia ma riconoscendene i limiti.

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Per ascoltare Brunello Cucinelli all’auditorium del Mudec non colpiva tanto la quantità di persone, quanto la percentuale di giovani e giovanissimi: a loro, soprattutto, si è rivolto per raccontare la sua visione…

Sartoria Brunello Cucinelli

La cosa più importante è non avere paura

«La cosa più importante è non avere paura. Non lasciatevi influenzare da chi sottolinea gli aspetti di difficoltà e incertezza che la vita riserva. È tutto vero, vivere è complicato. Ma non mi stancherò mai di dirlo: non abbiate mai paura del futuro, vivete il presente con leggerezza e parlate e sognate a ruota libera. Fatelo soprattutto coni vostri amici e amori».
Non sono parole al vento. E non dovrebbe stupire che l’invito ai giovani a non avere paura sia lo stesso fatto molte volte da papa Francesco.

«Le chiacchiere in paese mi hanno aiutato più della fortuna»

Sartoria Brunello Cucinelli

Cucinelli ha ricordato i tempi in cui era giovane (ora ha 65 anni) e non aveva certezze su cosa avrebbe fatto: «Certo, l’intuizione di colorare il cashmere è stata vincente. Ma nulla, credo, succede per caso. Il colpo di fortuna non esiste. Le circostanze fortunate sì e noi possiamo fare molto per attirarle. Insieme agli amici e soci dell’epoca abbiamo portato avanti la nostra idea perché venivamo da anni di formazione poco ortodossa, diciamo così. Preso il diploma da geometra senza studiare molto, mi iscrissi all’università ma diedi un esame in tre anni. In compenso, in quegli anni passai ore e ore a discutere con gli amici, a parlare con gli avventori del bar o della piazza del borgo che avevano più anni di noi, che avevano esperienze diverse e ne sapevano più di noi, della vita e del lavoro. In quegli anni iniziai a essere incuriosito da frasi e citazioni di filosofi del passato e andai a cercare i loro testi. Magari senza capire tutto, ma prendendo spunto, riflettendo su ciò che mi colpiva. Ecco, oltre a non avere paura, vi esorto a essere curiosi, di tutto».

Volere è potere? Per fare una cosa basta sognarla? No, non è questo il “messaggio” di Brunello Cucinelli. «Sognare, immaginare, fantasticare, sono buoni punti di partenza. Poi però le energie – quelle tipiche della fase lavorativa della vita – vanno indirizzate, convogliate. L’azienda nel 2018 ha compiuto 40 anni. Oggi abbiamo un marchio conosciuto nel mondo, una società quotata con successo alla Borsa di Milano, una fabbrica a misura d’uomo e un borgo, Solomeo, ristrutturato e arricchito. Non sono frutti del caso o della fortuna».
Brunello Cucinelli non ha solo “inventato” il cashmere colorato. Non ha solo trovato un nuovo modo di intendere lo stile italiano. Ha anche impostato – e promuove instancabilmente – una filosofia imprenditoriale.

L’importanza di essere disconnessi

Viene paragonato a grandi figure del passato, come Adriano Olivetti, campione ante litteram di sostenibilità sociale dell’impresa. Le somiglianze ci sono, ma Cucinelli è “costretto” ad andare oltre, perché nella sua idea di sostenibilità sociale dell’impresa deve confrontarsi con una variabile che Olivetti, pur lavorando nell’informatica, non dovette affrontare: il ciclone Internet. «La tecnologia è una cosa fantastica. Ha sempre avuto un potere rivoluzionario e non mi ha mai fatto paura…oggi più che mai però è importante non avere timori reverenziali nei confronti della tecnologia. Conviene restare umani, custodire la riservatezza, preservare degli spazi di “non connessione”. Servono per stare con noi stessi e con gli altri, per parlare davvero con amici e parenti, per passeggiare in un bosco. Un’altra priorità che dobbiamo darci è quella di farci custodi della natura, del creato e di tutto ciò che di bello hanno fatto le persone che hanno abitato questo pianeta prima di noi».

In azienda chi offende viene accompagnato alla porta

Brunello Cucinelli

Restare umani senza rinnegare la tecnologia ma riconoscendone i limiti. «La realtà virtuale non può creare boschi o mari o sculture o quadri o chiese o monumenti che possano davvero emozionare. Nessun assistente virtuale e nessun robot dotato di intelligenza artificiale può sostituire uno scambio di sguardi, una stretta di mano, un abbraccio».
Parole magiche, ma la realtà? «Da noi dopo le 17 si ha il permesso di non rispondere a sms o mail aziendali. Per quanto riguarda la qualità delle relazioni umane, abbiano una regola molto semplice: chi offende qualcuno, a parole o con il suo comportamento o atteggiamento, viene gentilmente accompagnato alla porta dell’azienda».

L’importanza di essere “per bene”

Brunello Cucinelli ha anche messo in pratica la sua idea di dignità economica del lavoro, pagando le persone ben oltre la media di settore. Bello, poetico (magico?) il nome dato agli addetti alle pulizie: «Persone che riordinano le cose». Brunello Cucinelli ama dire di volersi sentire custode e garante del futuro dell’azienda, della comunità in cui è nato e della sua terra, l’Umbria.

Non ha mai smesso di cercare esempi da seguire; non ha mai dimenticato le parole del padre, contadino e poi operaio in fabbrica riluttante: «Sii una persona per bene».
I filosofi, gli scrittori, i poeti di ogni epoca amati da Brunello Cucinelli (tutti citati e ringraziati nella biografia presentata al Mudec), hanno usato parole e ragionamenti più complessi. Hanno provato a dimostrare – quasi matematicamente – che essere persone per bene permette anche di essere in pace con sé stessi o di fare pace con sé stessi (e con il cielo, ama dire Cucinelli). Alla fine però il significato di quelle cinque parole – “sii una persona per bene” – lo conosciamo tutti. L’importante è metterle in pratica, come ha fatto Brunello Cucinelli, qualsiasi sia il ruolo che abbiamo nella società e qualunque sia il posto che cerchiamo – come fanno i giovani – o che abbiamo trovato nel mondo.

[Commento di Giulia Crivelli per Il Sole 24 Ore]

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