Perché ci viene spontaneo raccogliere sulla spiaggia del mare le conchiglie e i sassolini più belli? Perché rimaniamo incantati davanti a un volto umano o a un dipinto, o avvertiamo un’inesprimibile dolcezza interiore ascoltando musica, o ci soffermiamo con gli occhi spalancati a contemplare un tramonto?
Un rapporto quotidiano con la bellezza
Perché, in altre parole, ricerchiamo quella rivelazione, quell’epifania che definiamo bellezza?
Vito Mancuso affronta in questo nuovo affascinante libro un mistero che è tipico dell’uomo, e ne interpreta le profondità per farne la bussola capace di orientare il cammino verso la verità. Superando l’aspetto esteriore dei nostri corpi per approfondire il senso dell’interiorità della nostra anima fatta di armonia e fascino, eleganza e grazia, questa riflessione diventa un’avventura alla ricerca delle sorgenti della bellezza in grado di indicarci quali pratiche concrete possiamo mettere in atto per rendere quotidiano il nostro rapporto con essa: solo in questo modo infatti potremo superare ogni indifferenza e tornare, o addirittura iniziare, a gioire al cospetto di quelle opere e di quegli eventi capaci di stringerci il cuore. Perché ricercare e custodire la bellezza è la via privilegiata per onorare il compito che attende la nostra vita.
Una storia personale che diventa traiettoria
Nato il 9 dicembre 1962 a Carate Brianza da genitori siciliani, è dottore in teologia sistematica. Dopo il liceo classico statale a Desio (Milano), ha iniziato lo studio della teologia nel Seminario arcivescovile di Milano. Al termine del quinquennio è stato ordinato sacerdote dal cardinale Carlo Maria Martini nel Duomo di Milano il 7 giugno 1986, all’età di 24 anni.
A distanza di un anno, ha chiesto di essere dispensato dall’attività pastorale e di dedicarsi solo allo studio della teologia. Dietro indicazione del cardinal Martini ha vissuto due anni a Napoli presso il teologo Bruno Forte, conseguendo in quella città il secondo grado accademico e in seguito anche il terzo. Ha quindi iniziato a lavorare in editoria.
Ricevuta la dispensa papale dal celibato, si è sposato con Jadranka Korlat, ingegnere civile di origine serbo-croata. Dal 2013 al 2014 è stato docente di “Storia delle dottrine Teologiche” presso l’Università degli Studi di Padova.
Un saggio tra filosofia e teologia
La via della bellezza, un saggio tra filosofia e teologia, necessita di una bella dose di attenzione per essere capito e apprezzato, sfuggendo alla tentazione di chiuderlo dopo le prime pagine perché non è un libro da spiaggia (senza nulla voler togliere ai generi letterari più leggeri, il mondo della letteratura è bello proprio perché è vario), uno di quelli che si possono leggere sovrappensiero, in quanto si capisce fin da subito dove vanno a parare.
La via della bellezza è un libro da assimilare e meditare: un excursus sulla strada del bello con infinite biforcazioni che però convergono tutte verso la vera origine o fulcro o centro della bellezza in senso lato. Diviso in argomentazioni ampiamente trattate, con disquisizioni e citazioni di vari ed autorevoli autori, cosa questa che dà l’esatta l’esatta cognizione della grande cultura del suo autore, il libro si compone di dodici capitoli, (oltre un’appendice in cui l’autore chiarisce e spiega i termini usati) il cui filo conduttore è sempre la bellezza osservata, spiegata e scrutata da ogni angolazione: la natura, l’uomo, l’arte, la musica, l’armonia, la disarmonia, l’ambiguità, il dolore, la bellezza interiore.