Chi visita almeno un museo o una mostra all’anno vive più a lungo

Secondo uno studio dello University College London, esiste una stretta relazione tra frequenza di fruizione dell’arte e longevità delle persone.

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Adesso avete un motivo in più per recarvi di frequente a visitare mostre e musei: uno studio dello University College London, il prestigioso ateneo di Londra, ritiene vi sia una relazione tra frequenza con cui si fruisce l’arte e l’aspettativa di vita.

Visitare musei e mostre

Il team di ricercatori dell’istituto britannico ha condotto un sondaggio su 6.710 persone in tutta l’Inghilterra (tutti soggetti di cinquant’anni o più), giungendo a concludere che ci sia una correlazione tra la frequenza con cui si fruisce l’arte e l’aspettativa di vita. I risultati dello studio sono stati pubblicati sul British Medical Journal, importante rivista scientifica di medicina.

La fruizione dell’arte è innovazione sociale

Se precedenti studi hanno dimostrato che c’è una relazione tra la fruizione dell’arte e la prevenzione di disturbi della mente e del corpo, come la depressione, la demenza, i dolori cronici e la debolezza”, si legge nello studio, “rimaneva da chiarire se l’arte dà benefici sull’aspettativa di vita […]. Nell’ambito della ricerca sulla salute, la fruizione dell’arte può essere associata alla longevità in quanto allevia lo stress e la depressione, provvede risorse emozionali, cognitive e sociali che supportano i sistemi di regolazione biologica e le scelte comportamentali. La fruizione dell’arte, inoltre, arricchisce il capitale sociale e riduce la solitudine, associata alla mortalità. E ancora, può supportare la conservazione delle facoltà cognitive e promuove l’empatia, la comprensione, l’intelligenza emotiva, tutti aspetti collegati a maggiori possibilità di sopravvivenza. Inoltre, può aiutare a ridurre i comportamenti sedentari, contribuendo alla salute cardiovascolare e alle funzioni del sistema immunitario, e può anche contribuire a ridurre l’assunzione di comportamenti rischiosi. La fruizione dell’arte è anche collegata a una più alta percezione del proprio scopo di vita, altra caratteristica associata a migliori funzioni immunitarie e comportamenti salutari […]. Ci sono pertanto forti ragioni teoriche che fanno supporre che la fruizione dell’arte possa essere collegata alla longevità degli individui”.

Il sondaggio rivela: il 14% in meno di mortalità

Visitare musei e mostre

Lo studio dello University College di Londra ha analizzato le abitudini dei soggetti che hanno risposto al sondaggio e ha riscontrato che, per coloro si recano ad almeno un evento culturale all’anno, il rischio di morte precoce si riduce del 14% rispetto al dato di chi non visita mai musei o mostre. E più si partecipa, più il rischio scende: chi frequenta eventi d’arte con maggiore frequenza (mensilmente o più) ha un rischio che si abbassa fino al 31%. I medici dello University College hanno anche provato a spiegare il perché di questa relazione, ravvisando che l’associazione tra arte e longevità si può spiegare sulla base delle differenze cognitive, mentali e fisiche tra chi frequenta mostre e musei e chi non le frequenta (i primi avrebbero dimostrato più impegno sociale e civico, maggior mobilità, comportamenti più salutari). Ma spesso quest’associazione è risultata indipendente da fattori esterni.

L’arte come esplorazione della vita e della società

L’articolo giunge pertanto alla conclusione che tra frequenza di fruizione dell’arte e longevità sembra esserci un’associazione (anche se, fanno sapere i medici, “si è trattato di uno studio osservazionale dunque non si può presumere che ci sia un rapporto di causalità”), ma molte questioni rimangono aperte: per esempio, non è stato studiato il potenziale della creazione di arte (comporre musica, dipingere o danzare), e l’analisi non ha considerato le abitudini dei soggetti su periodi lunghi. Ad ogni modo, spiegano i medici dello University College, “i nostri risultati evidenziano l’importanza di continuare a esplorare nuovi fattori sociali come determinanti per la salute”.

[Commento pubblicato dal magazine Finestre sull’Arte]

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