La Chiesa alla Bit di Milano: «Uno stupore declinato in bellezza»

Il mondo ecclesiale presente alla Borsa internazionale del turismo con uno stand e due seminari: non spazi di prodotto ma di narrazione.

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Dalla prima edizione nel 1980, la Chiesa è sempre stata presente alla Borsa internazionale del turismo. E lo sarà ancora dall’11 al 13 febbraio, con la novità introdotta dall’Ufficio nazionale per la Pastorale del tempo libero, turismo e sport della CEI: uno spazio dedicato allo “stupore”, curato da Federico Massimo Ceschin per “Vie Sacre”.

Chiostro Abbazia Convento

Immergersi nello stupore

Lo stand, come spiega don Gionatan De Marco, neo direttore dell’Unts della Cei, «intende essere una piazza dove raccontare le varie esperienze che, attraverso il turismo religioso, portano l’homo viator a immergersi nello stupore. È uno spazio in cui il racconto cerca di mettere insieme più voci: la voce di chi accoglie e accompagna sui territori, la voce di chi ospita e con il letto offre anche un sorriso, la voce di chi traccia e percorre cammini rendendoli capaci di senso, la voce di chi ha a che fare con la bellezza e sa farne dono, la voce di chi costruisce reti e dà il volto a una Chiesa ospitale con i Parchi culturali ecclesiali».

Una bellezza non solo da custodire ma da rigenerare

Sacra di San Michele

Si potranno incontrare, così, tutti gli operatori della filiera del turismo religioso: dalle case per ferie ai cammini spirituali, dalle guide che propongono percorsi di arte e fede a realtà che fanno rete sul territorio. Anche se, continua don Gionatan, «il nostro stand non è tanto uno spazio di “prodotto”, quanto piuttosto uno spazio di “racconto”, dove la parola chiave per entrare e vivere la dimensione del turismo religioso è stupore!». Una bellezza non da vendere, ma da custodire e rigenerare.

Due pietre di inciampo

Chi visiterà lo spazio del turismo religioso alla Bit troverà anche due “pietre di inciampo” che stimolano la coscienza: la bellezza ferita e la bellezza invisibile: «La bellezza ferita richiama le tante bellezze architettoniche dell’Italia centrale ferite dal sisma e che sono ora senz’anima, perché non abitate dalla gente che vi trovava pace e speranza – spiega il direttore nazionale del Turismo della CEI – La bellezza invisibile è invece una presenza fortemente simbolica: due senza fissa dimora di Roma accompagnati da volontari che animeranno, accompagneranno e racconteranno lo stupore di fronte alla bellezza che ci circonda, briciola di quella grande Bellezza che ci dà vita».

5 parole chiave per uno spazio inusuale

STUPORE - lo spazio Bit della Conferenza Episcopale Italiana

«Uno stupore declinato in cinque leitmotiv: bellezza, esperienza, cammino, accoglienza, ospitalità – illustra Federico Massimo Ceschin, chiamato a curare contenuti e forme della comunicazione attraverso gli allestimenti dello spazio fieristico -: uno spazio completamente bianco, aperto, attraversabile in modalità accessibile a tutti i visitatori, che potranno vivere un’esperienza immersiva e rigenerativa, anticipatrice di quella che potranno affrontare lungo il cammino».

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