Il saggio di Aldo Cichetti “Ripensare la bellezza. Oltre Bateson“ è un testo da non perdere: ogni pagina, ogni riga, necessitano di tempo mentale da dedicarvi per entrare in un excursus che tocca biologia, ecologia, zoologia, medicina, ambiente e psicologia.
La bellezza come capacità di salvare
Un libro che parla della bellezza fuori dall’estetica e dalla filosofia, dunque della bellezza come capacità di salvare.
Di salvare da cosa? Cichetti non ha dubbi «da un ben preciso tipo di sventure materiali: le sventure ecologiche dell’ambiente in cui viviamo e quelle dell’organismo umano». Una questione, dunque, di “equilibrio”.
Bateson e la “funzione ecologica” della bellezza
Una conoscenza non matematizzata, ovvero umanistica, che ci avvia su un percorso perlustrato da Gregory Bateson attraverso “la funzione ecologica della bellezza” e invita ad un ripensamento: occorre una conoscenza ecologicamente saggia – connessa all’arte, alla bellezza, al sacro – in grado di cogliere “ampie porzioni” dei circuiti complessi del più vasto sistema interattivo tra uomo e ambiente nel nostro tempo.
Una moderna epistème
Ripensare la bellezza vuol dire, certamente, non pensarla più come qualcosa di separato dal mondo reale – come è stato affermato in relazione all’opera d’arte – ma il ripensamento che qui si propone è ancora più radicale: prende le mosse dalle riflessioni di Bateson per spingersi oltre. Il risultato è affascinante.
Il volume afferma che la conoscenza più adatta a gestire le ecologie mediche e ambientali non è l’attuale conoscenza scientifica, matematizzata, ma la conoscenza umanistica che oggi ancora si tende ad escludere da ogni intervento sul mondo naturale o sul corpo umano. Agli approcci umanistici al mondo naturale e al corpo umano andrebbe, quindi, affidato un ruolo di moderna epistème, con il compito non soltanto di «assegnare dei fini» alla téchne matematizzata come dicono i filosofi ma, anche, quando possibile, di intervenire direttamente sulle ecologie micro e macro sistemiche.
A testimonianza di ciò, nella seconda parte del lavoro si indicano alcune ecologie e medicine umanistiche che sono già in grado di ricoprire questo ruolo epistèmico: l’etica della terra di Aldo Leopold, l’architettura del paesaggio, la medicina psicosomatica di Viktor von Weizsäcker ed anche alcune medicine non convenzionali come la medicina omeopatica o l’agopuntura tradizionale cinese. Prefazione di Arnaldo Colasanti e postfazione di Paolo Aldo Rossi.